differenze tecniche e discipline varie della pesca a fondo o surf casting., qualche dettaglio sui vari tipi di pesca che erroneamente vengono tutti chiamati come surf casting

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view post Posted on 13/6/2013, 09:43

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Avendo una mezz'ora di tempo libero , voglio scrivere qualcosa su alcune delle tecniche di pesca che pratico e che spesso vengono confuse dai più inesperti.

In principio esisteva la pesca a fondo:

La pesca a fondo è quella disciplina che ci vede impegnati nella ricerca delle nostre prede nelle prossimità del fondo marino .
Le distanze a cui si può praticare tale pesca , vanno dal sottoriva fino a più di cento metri da essa.
Si utilizzano canne capaci di farci lanciare piombi dai 50 gr fino ai 200 gr.
Le canne hanno una lunghezza che a seconda dei casi e dei nostri gusti personali può variare da poco meno di 4 mt fino ai 5 mt.
E' una pesca che viene effettuata prevalentemente a mare calmo o al massimo leggermente mosso, condizioni in cui non è necessario utilizzare grosse zavorre ne tanto meno piombi dalla forma tale che permettano una buona tenuta sul fondo .
In linea di massima , le canne adatte a tale pesca sono quelle che vengono dichiarate con un range di potenza fino a 130gr , sulle quali andremo a pescare con zavorre di 100gr.
Pescando in condizioni di turbolenza assente e quindi non avendo l'esigenza di dover ancorare le nostre lenze al fondo per evitare un eccessivo scarroccio, i piombi che useremo saranno di forma aerodinamica , in maniera tale che i nostri lanci possano risultare quanto più lunghi possibili.
Le canne per questa pesca possono essere sia di tipo telescopico che a ripartizione di potenza , magari usando delle bass rods , canne in due pezzi di potenza fino a 4 oz che se ben usate possono garantire anche qualche metro in più in fase di lancio.
Le canne dovranno avere una cima abbastanza sensibile da segnalarci le mangiate anche di pesci di pochi etti .
In linea di massima questa è l'attrezzatura ed il range di potenza generico che useremo per pescare a fondo , esistono però condizioni particolari nelle quali è necessario variare alcuni aspetti.
Una di queste condizioni è la pesca a lunga distanza.
Al di là delle nostre capacità balistiche , chi più chi meno con un pò di allenamento dopo poche pescate , riesce a raggiungere distanze di lancio in torno ai 100mt , distanze che possono a tutti gli effetti essere superate anche con le canne sopra citate ma che iniziano a diventare insuperabili dopo un certo limite di tempo.
In alcuni casi ,specialmente in quei litorali dove il fondo è molto basso , i pesci sono soliti mangiare a distanze superiori , distanze traguardabili solo con attrezzature più prestanti e con tecniche di lancio più complesse e specifiche .
In questi casi allora andremo ad utilizzare canne con range di potenza superiore e con caratteristiche tecniche più impegnative, in pratica useremo canne che richiederanno non solo un piombo più pesante per essere caricate ma anche una certa tecnica di lancio.
Il primo step è quello di passare a canne capaci di lanciare piombi da 125 gr , in genere queste canne vengono indicate con un range di potenza che va dai 150gr fino ai 180gr ...a seconda della canna e delle sue specifiche caratteristiche ,riusciremo a stabilire quale è il suo piombo ideale.
Si può molto semplicisticamente stabilire che sono tre i piombi base con i quali abbiamo l'esigenza di poter pescare a fondo , i 100gr , i 125 gr ed i 150 gr.
In situazioni di pesca a corta e medio distanza i 100gr la faranno da padrona , mentre in casi in cui la nostra pesca si svolge su medio lunghe distanze, useremo il 125 gr , e per le lunghissime distanze il 150gr.
Logicamente per ogni piombo , utilizzeremo una canna specifica ed adatta allo scopo.
Io personalmente affronto le mie battute di pesca a fondo utilizzando sempre tre canne , tutte e tre con range di potenza diversa , in maniera tale da riuscire a sondare tre diverse distanze e a stabilire dove è che mangia il pesce.
Questo è discorso che ha la sua importanza sopratutto in spiaggia dove in condizioni di mare calmo non è facile riuscire a stabilire in che punto e a che distanza lanciare le nostre esche.
Ne va di conseguenza che in spiaggia io porti con me quasi sempre sei canne , due da corta e media distanza (per piombi da 100gr, canne dichiarate in genere 120/130gr) due da medio /lunga distanza (per piombi da 125 gr, canne dichiarate in genere 150/180gr ) e due da lunghissima distanza (per piombi da 150 gr, canne dichiarate fino a 210gr).
A secondo di come si evolve la pescata ,così decido di impostare la battuta , se per esempio ho mangianza sulla media distanza , allora posso decidere di tenere una canna sulla lunga e due sulla media e magari lasciare da parte quella da corta o viceversa ,tutto dipenderà da quello che riusciremo a capire e da dove avremo la sensazione che i pesci possano esserci.
l'importanza di avere canne con range di potenza diversa è dettata dal fatto che da ogni canna riusciremo con un determinato lancio ad avere in risposta piu o meno determinati metri, è fondamentale quando si pesca in spiaggia soprattutto riuscire ad essere quanto più precisi possibile nel depositare le esche sempre nello stesso punto.
se per esempio a 70 mt abbiamo una buca dove il pesce si ferma a mangiare , dopo la prima cattura fatta magari con la canna da corta e media distanza , sarà fondamentale riuscire a rimettere l'esca nello stesso punto quanto più rapidamente possibile in maniera tale da ottimizzare le catture per quel lasso di tempo che il pesce si sarà fermato a mangiare su quella distanza.
per riuscire a mettere l'esca nello stesso posto ho bisogno per forza di cose di una canna che con un determinato stile di lancio mi faccia raggiungere sempre una distanza precisa. se per esempio uso la canna A con un above e con un 100gr , riesco ad ottenere sempre circa tot mt , allora se su quella distanza ho fatto delle catture , l'unica cosa che dovrò fare per raggiungere di nuovo il punto buono ,sarà rifare lo stesso tipo di lancio.
in più avendo tre canne diverse che pescano a tre diverse distanze , qual'ora con la canna da corta e medio distanza sto effettuando catture a 70 mt , mi basterà volendo lanciare la canna da medio lunga distanza al suo massimo e poi riavvolgere fino a farla arrivare nel punto dove pesca quella da corta.
direte ma come fai a sapere fino a che punto riavvolgere la lenza per riportarla alla distanza della canna da 100 gr? molto semplice ...ad ogni lancio che si effettua con ogni canna con cui peschiamo è determinante quando si riavvolge la lenza nei recuperi , contare il numero di girate di mulinello che si fanno.
per farmi capire meglio: se con la canna da corta e media distanza lancio ed il mio lancio è pulito quindi eseguito nella maniera giusta , quando vado a recuperare ,una volta che la lenza è in tensione ,conterò quante girate di manovella ci vogliono prima che il mio piombo ritorni a riva.
mettiamo che con la canna sulla quale ho il 100gr , mi faccia fare 130 girate di mulinello , io saprò che quella canna sta pescando piu o meno ad una determinata distanza, quindi se con la canna sulla quale ho il 125 gr riesco a fare lanci che mi raggiungono distanze tali da dover effettuare 170 giri di manovella per riportare il piombo a terra , nel caso io voglia far pescare sia la canna da 100gr che quella da 125 gr a circa 130 girate , mi basterà lanciare la prima come sempre quindi al suo massimo raggiungibile , mentre la seconda al suo massimo e poi riavvolgere per 40 girate e lasciarla pescare a piu o meno 130 ...
chiaramente parliamo sempre di distanze che hanno un margine di errore, ma che comunque ci garantiscono di pescare in una zona di fondo non eccessivamente ampia.
è importante contare le girate di manovella sempre e per tutta la pescata , per sapere sempre in che punto stiamo pescando con una determinata canna , noterete che di volta in volta le girate potranno variare , la distanza che faccio oggi con una canna , potrà non essere la stessa che farò domani o magari dopo un paio d'ora di pesca , in quanto i fattori climatici possono essere diversi e quindi le distanze che si raggiungono sono diverse. il vento , l'umidità , il tipo di trave e le esche che si utilizzano , il tipo di zavorra etc etc ,influiscono in maniera determinante sui nostri lanci.
importante poi è possibilmente pescare con canne diverse , ma con mulinelli uguali o magari con mulinelli diversi ma che per ogni giro di manovella avvolgano la stessa quantità di filo, altrimenti il discorso diventa molto più complicato e dovremmo stare li a fare calcoli matematici mentre peschiamo..


ora stacco continuo dopo.
 
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Vincenzo93x
view post Posted on 14/6/2013, 08:18




Ottimo! Complimenti ben fatto! Attendiamo il prosieguo!
 
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view post Posted on 14/6/2013, 11:07

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continuo.....perdonatemi se faccio queste interruzioni , ma non posso stare troppo tempo al pc a scrivere , devo spezzettare per forza.



abbiamo stabilito che in spiaggia quando peschiamo a mare calmo è determinate onde ottimizzare le nostre catture , riuscire a stabilire sempre dove approssimativamente stiamo pescando.
voglio aggiungere una cosa a questo discorso per far comprendere bene la necessità di avere canne diverse con potenze diverse.
per essere precisi , bisogna per forza di cose lanciare con canne che riescano ad esprimere una distanza massima , perchè solo in quel caso possiamo essere sicuri di dove stiamo lanciando , è più facile infatti portare la canna al suo massimo invece che fare lanci a distanze minori ma sempre precisi.
per intenderci se ho una canna che mi esprime in determinate condizioni tot metri ,diciamo 130 mt , ma il branco mi sta mangiando a 50 mt , sarà per me più facile raggiungere sempre i 130 mt invece che i 50 mt , in quanto per lanciare la canna piu a terra , dovrò fare un lancio sporco e quindi impreciso. da questo ne deriva la necessità di avere canne con range di potenza diversi e che permettano di raggiungere distanze di lancio diverse.
con i tre range di potenza elencati fino ad ora 100,125,150 gr , possiamo dire che si coprono a livello generale la maggioranza delle situazioni che possono presentarsi in spiaggia , dove ci tengo a precisare , stiamo pescando a mare calmo e dove quindi è difficile scovare i punti giusti dove lanciare.
in alcune situazioni particolari però si potrà avere pesce che mangia dopo lo scalino di risacca o magari nel primo canalone parallelo alla battigia sito a 40/60 mt , in quei casi anche con la canna di 100 gr , riusciremo sempre ad andare oltre e ne deriva che bisognerà scendere ancora di potenza usando canne ancora più leggere e piombi da 50 a 75 gr...qui però poi sconfiniamo in una disciplina diversa anche se molto simile che è il beach ledgering e che voglio trattare più avanti.
abbiamo stabilito di che tipo di canne abbiamo bisogno , ora ci tocca decidere il resto dell'attrezzatura ...

i mulinelli ...
personalmente uso lo stesso mulinello sotto ogni canna anche se magari sotto le canne per il 100gr ,un mulinello più piccolo renderebbe la canna più leggera e producendo spire più piccole ci potrebbe far fare anche qualche metro in più , visto che essendo la canna più sottile , anche l'anellatura sarà più piccola , quindi anelli piccoli hanno bisogno di spire piccole per dare metri...ma nel nostro caso essendo questo tipo di canna destinata alla corta e medio distanza ,i metri non sono determinanti a noi interessa di più la precisione , per la leggerezza del complesso pescante invece anche in questo caso non abbiamo tanti problemi in quanto non è un tipo di pesca con canna in mano per tutta la notte .
utilizzo sempre mulinelli di taglia medio grande , come i tica scepter , gli shimano titanos 6000 e 7000 o magari gli aerlex 7000 o 8000, tutti mulinelli di vecchia produzione , in quanto i nuovi sono più pesanti ...tra i nuovi della shimano mi sento di consigliarvi il beast master ...economico ma più leggero dei costosissimi della stessa casa..........ricordatevi poi che i metri non li fa fare il mulinello , ma la canna ...
per ogni mulinello ho almeno 5 bobine di ricambio ognuna caricata con diametri di filo diversi , partendo da uno 0185 fino allo 0265 , per alcune pesche particolari poi si carica lo 030 o magari anche oltre , ma parliamo di pesca a grossi predatori .
utilizzando una gran quantità di filo e essendo questo spesso di diametro molto piccolo, ne va di conseguenza che lo stesso vada cambiato ogni 4/5 pescate quindi sarà opportuno comprare fili dal buon rapporto qualità /prezzo.
io uso il velvet blu della daiwa ...ma ad ognuno poi la propria scelta.
le varie bobine dei mulinelli avranno una base fatta con uno 025 di scarsa qualità e di basso costo , queste basi resteranno sempre fisse sulle bobine , sopra di esse andremo poi a mettere dai 250 ai 300 mt di filo buono.
io per caricare bene il filo in bobina e cioè per essere sicuro di riuscire a caricare la bobina fino all'orlo , adotto un sistema particolare e cioè quello di caricare prima i trecento metri di filo buono sulla bobina vuota , dopo di che riempo la stessa con il filo per fare la base , fino a riempirla al punto che dico io e quindi all'orlo , cercando magari di dare anche una certa conicità all'imbobinamento.
dopo di questa operazione , stacco la bobina dal mulo e ne monto una uguale vuota, andandoci a caricare il filo direttamente da quella poco prima riempita , cosi la base andrà sotto e il filo buono sopra ....si ci vuole il doppio del tempo ma almeno saremo sicuri di quello che faremo e poi cosi facendo la prossima volta non avremo bisogno di ripetere la stessa operazione , perchè sapremo che su quella bobina con 300 mt di filo di un determinato spessore , andremo a riempirla completamente.
300 mt sono un buon limite , mettendo che difficilmente in spiaggia faremo lanci superiori ai 150 mt , mettendoci una trentina di metri di bando di lenza , anche se beccassimo una oratona o una spigolona , avremo ancora piu di cento metri di filo buono da poter usare per eventuali fughe , che logicamente sono molto rare , prima di arrivare alla base .
queste indicazioni sopra descritte valgono logicamente anche nella pesca a surf casting.
per la nostra pesca a fondo , possiamo tranquillamente pescare con fili dallo 018 fino allo 023 ...tenendo presente che forse lo 020 /021 è il giusto compromesso carico di rottura /leggerezza/risposta in metri al lancio.
oltre al filo in bobina , per lanciare le nostre lenze avremo bisogno degli shock leader.
si puo stabilire con tranquillità che i diametri degli shock leader da associare ad ogni zavorra sono i seguenti:

75 gr 0,30
100 gr 0,35
125 gr 0,45
150 gr 0,50 con lanci massimo mezzo side.
150 gr 0,60 con lanci side pieno e potente e ground cast.

lo shock leader è un elemento fondamentale per le nostre pescate . bisogna prestare molta attenzione a come li produciamo e quali usiamo.
meglio non risparmiare eccessivamente sulla qualità dei fili usati e ai primi segni di logorio , sostituirli.
è importante anche non usare shock leader di sezione sbagliata in quanto gli svantaggi che ci potranno portare saranno diversi.

esistono poi due discorsi diversi e paralleli da dover affrontare in termini di schok leader e cioè l'utilizzo di fili trecciati o di shock conici.
i fili trecciati hanno il vantaggio di coniugare una eccezionale resistenza ad una sezione molto ridotta , mentre i conici pur permettendo un buon nodo di giunzione con il filo di bobina , hanno dalla loro una eccessiva lunghezza e il difetto che una volta tagliati e ritagliati , si finisce con il non sapere con quale diametro stiamo lanciando.
io i conici non li uso.
i trecciati invece si!
il trecciato ha senso in determinati casi , di sicuro sulle canne da 100gr non ce l'ha , mentre su quelle da 125 gr a salire si.
io utilizzo un ottimo trecciato che purtroppo è ora difficile da trovare sul mercato a buon prezzo , è l'ultracast bianco che se non ricordo male lo produce la berkley serie spider.
questo trecciato risulta al tatto eccezionale tanto da non sembrare quasi un multifibre.
lo uso del diametro dello 030 e vi garantisco che è eccezionale.
i suoi vantaggi quali sono? l'enorme carico di rottura , la sezione ridotta e quindi i metri in piu che si fanno in fase di lancio,ma non solo , anche meno resistenza offerta alle correnti , cosa che a mare mosso ci aiuta e non poco a non far scarrocciare le nostre lenze.
utilizzo il multifibre solo per i piombi da 125 gr a salire in quanto per il 100 , non ha senso visto che utilizzando shock da 35 , i vantaggi sarebbero quasi nulli.
per congiungerlo a lenze madri di diametri ridotti , compongo una sorta di coda di topo legando uno spezzone di 026 al trecciato ,e poi l'altro capo corda di 026 al filo in bobina , questo mi permette di avere una maggiore tenuta rispetto all giunzione di uno 021 direttamente con il multifibra dello 030 ,tanto per fare un esempio.
la lunghezza di ogni shock leader deve essere tale da permetterci di avere sul mulinello almeno 5 spire e mezzo di schock avvolto con drop giusto.
che significa? significa che ogni canna ed ogni piombo hanno un loro drop ideale , per drop si intende quella quantità di filo che esce dalla cima della canna fino al piombo.
il drop è fondamentale per riuscire a caricare in maniera corretta la canna in fase di lancio , più sarà dura la canna e maggiore la zavorra e più lungo dovrà essere il drop.
logicamente la lunghezza della canna stessa ha la sua importanza.
dare delle misure precise è impossibile perchè il drop va trovato in maniera specifica su ogni tipo di canna.
possiamo però stabilire con giusta precisione che per schok leader in nylon , ci sarà sufficiente fare schok lunghi due volte la canna stessa , mentre per quelli in multifibra regolarci sui 6,5/7 mt , più 6 mt di coda di topo qual'ora si debba pescare con fili sottili in bobina.
utilizzare meno schok di multifibra cosi corti ha un senso logico , e cioè quello che saremo obbligati ad utilizzare travi già preconfezionati in lenza , in quanto non ha senso realizzare il trave direttamente sullo schok , quindi in fase di lancio , il nostro drop sarà costituito da una parte di trecciato più la lunghezza del trave in lenza.
lo spessore dei travi sarà logicamente corrispondente alla tabella sopra scritta .
in genere su canne con cui lancio i 100gr e i 125 gr utilizzo drop che arrivano massimo all'ultimo anello, variandoli a seconda se lo shock è fatto in nylon o in multifibra, in quanto il multifibra è piu rigido e la canna si carica prima.
per i 150 gr che per la pesca a fondo uso solo su canne da lunghissima distanza e quindi con lanci ground o side angolati , uso dei drop che arrivano fino sopra o sotto il mulinello , e li regolo a seconda dei casi ...spesso 10 cm di lunghezza del drop sono determinanti in fase di lancio e in metri raggiungibili.
queste sono indicazioni di carattere generale ...ogni canna e ogni situazione vorrà poi i propri aggiusti specifici.
da tenere in considerazione poi che i fili trecciati oltre ad avere una certa rigidità riescono nel tempo anche a segare gli anelli delle canne , quindi occhio al tipo di anelli che si hanno e verificare se questi sono resistenti ai multifibre.
data la rigidità del trecciato , ne va di scontato che non si possono utilizzare minitravi in acciaio e ne vengono perdonati errori gravi in fase di lancio.
anche queste considerazioni sugli schok sono valide sia per la pesca a fondo che per il vero surf casting .
passiamo ora ad analizzare i travi...
i travi che si possono utilizzare nella pesca a fondo sono tanti e tante sono le loro varianti , non credo sia necessario entrare nello specifico in quanto è superfluo stare a descrivere cose ovvie come la realizzazione di uno short , di un long arm o di uno scorrevole.
è importante invece stabilire come effettuare gli snodi , quali materiali usare e che sezioni di filo usare.
allora , fondamentalmente per tutti i travi che comporremo avremo la necessità di realizzare degli snodi e dei nodi di giunzione.
discorso questo che non vale per il solo terminale scorrevole sul quale faccio una breve deviazione per chiarire una cosa. il trave scorrevole non ha senso se lo si utilizza oltre i 30/40 mt , non ha senso in presenza di alti fondali . in quanto la sua scorrevolezza viene a mancare in questi casi , quindi molto meglio usare travi diversi.
dicevamo degli snodi , gli snodi cosi come i nodi di giunzione possono essere effettuati in diversi modi .
dando come parametro fondamentale che i nostri travi debbano avere delle caratteristiche specifiche che sono , invisibilità , leggerezza,resistenza e antigroviglio, possiamo con assoluta certezza stabilire che i migliori travi che potremo realizzare sono quelli incollati.
l'utilizzo della colla seppur per certi versi complicato , ci da la possibilità di pescare con lenze che mantengono il loro carico di rottura pieno.
tutti sappiamo che i nodi riducono il carico di rottura di una lenza ,sarà quindi cosa fondamentale riuscire ad evitare i nodi di giunzione .
su ogni trave abbiamo la necessita di fare due nodi , uno è quello che compone l'asola che andremo ad agganciare all'aggancio rapido dello schok leader e l'altro è quello che si farà alla girella dell'aggancio piombo.
per incollare e non fare i nodi , è necessario utilizzare perline oppure tubicino termorestringente , nonchè della colla indicata allo scopo.
la colla da usare è la loctite 406 . in commercio ne esistono tanti tipi , ma quella che va bene è solo questa .
la stessa la vendono con altri nomi anche l pline e la katsuy , sono la stessa colla ma con nomi diversi.
non va bene per esempio la classica attack ....soprattutto per i nodi.
per la realizzazione dei travi non sto qui a spiegarvi come si fa , perche è molto meglio vedere che leggere , quindi basta che cercate su youtube travi incollati e troverete una marea di video.
io vi do solo delle indicazioni generali che vi possono aiutare ad effettuare travi polivalenti ed efficaci.


continuo dopo.........
 
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Vincenzo93x
view post Posted on 14/6/2013, 11:22




Facciamo così scrivi i vari pezzi, poi faccio un tuo unico messaggio e lo metto come post in evidenza, cioè articolo principale della sezione ;)
 
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Tournament_x
view post Posted on 14/6/2013, 13:02




Molto molto esauriente :D
 
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view post Posted on 14/6/2013, 13:03

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Allora continuo...


per trave polivalente , io intendo un trave che possa all'occorrenza permetterci di pescare in modi diversi e quindi farci sfruttare a pieno quelli che saranno i segnali che il mare ci darà durante la nostra pescata.

il trave che suggerisco di comporre è un trave a tre snodi equidistanti l'uno dall'altro .
lo snodo come tutti sapranno si compone da perlina girella perlina nel caso le perline vengono incollate , oppure stopper di gomma perlina girellla perlina stopper di gomma , o ancora , nodino perlina girella perlina nodino.
alcuni utilizzano anche le tecnosfere al posto della micro girella ,io sinceramente pur avendone sentito parlare molto bene , ancora non le ho provate e quindi non saprei dirvi fino a che punto sono efficaci.
come snodo principalmente utilizzo quello perlina microgirella perlina incollate , e questo soprattutto su quei travi dove prevedo di realizzare più snodi , l'alternativa invece è su quei travi dove utilizzo un solo snodo e cioè la composizione dello snodo con gli stopper.
il trave polivalente con i tre snodi mi da la possibilità di cambiare durante la pescata il modo in cui voglio presentare le esche.
in genere su travi a tre snodi inizio a pescare sempre con un long arm sullo snodo
basso e uno short sullo snodo più alto , lasciando lo snodo intermedio vuoto.
a seconda dei pesci che ci sono e di come mangiano , così mi regolo .
spesso capita che le mormore mangino sugli short rovesciati e lascino stare il long arm , in quei casi allora tolgo il long arm e monto un altro short sullo snodo medio .
si può in pratica adattare il trave alle diverse esigenze di pesca che possiamo trovarci davanti ,decidendo di fare braccioli piu o meno lunghi e magari anche flotterati se vediamo che c'è pesce di galla o mezz'acqua .
ad esempio volendo potremmo anche pescare con i due braccioli alti flotterati alla ricerca di sugarelli e occhiate e un long arm basso sul fondo alla ricerca di grufolatori.
le variabili sono tante , ma il trave è solo uno.
la presenza di snodi inutilizzati poi state tranquilli non comporta nessun svantaggio , in quanto le perline e la micro girelle saranno cosi piccole che la loro presenza sul trave sarà ininfluente.
il trave cosi composto ha una lunghezza di 2,30 mt ,realizzando il primo snodo basso a circa 10 cm dall'attacco piombo , lo snodo più alto a 20 cm dall'attacco trave ed il terzo snodo precisamente a metà tra uno e l'altro.
i 20 cm di distanza dello snodo alto dall'attacco trave , ci garantiranno in fase di lancio meno ingarbugli di quel bracciolo, provare per credere.
quindi riassumendo , avremo un trave che sarà cosi composto : aggancio rapido con girella per piombo, primo snodo , secondo snodo , terzo snodo , asola.
ora al di là se i nodi dell'aggancio e dell'asola saranno stati incollati o meno , sarà importante ricoprirli con del tubicino trasparente termorestringente , in modo tale da evitare ingarbugli.
questo è un trave universale , può essere usato sempre e modulato a nostro piacimento .
l'altro tipo di trave che realizzo è per la lunga distanza, in questo caso adopero un singolo snodo fatto con gli stopper .
utilizzo gli stopper perchè ho la necessità di alzare o abbassare lo snodo a seconda della lunghezza del bracciolo , in quanto per rendere il tutto più aereo dinamico , uso una bait clip.
la particolarità della bait clip che uso è che questa è realizzata direttamente sull'aggancio piombo , in pratica uso un moschettone che ha un'aletta di metallo al quale mettendo in tensione il bracciolo , si potrà poi agganciare l'amo.
ne va per scontato che lo snodo sarà rovesciato e quindi alto , e sarà posto dalla bait clip ad una distanza uguale alla lunghezza del bracciolo che realizzeremo.
esistono tanti altri tipi di bait clip ognuno ha i suoi vantaggi ed i suoi svantaggi magari in futuro si potrà aprire un topic specifico.
con questo tipo di trave ci ho fatto tante belle catture , non ingarbuglia più di tanto e vola molto bene .
volendo semplificare ancora di più la cosa , sarà sufficiente invece di realizzare il trave , montare lo snodo direttamente sullo schok leader ,eviteremo cosi di dover fare l'asola e quindi meno punti deboli e meno ingarbugli ancora.
aspetto fondamentale dei nostri teminali , lo assumono i braccioli che realizzeremo.
in molti sono convinti che fili sottili garantiscono maggiori catture , questo è vero solo in parte , in quanto meglio un diametro piu spesso ma pulito e ben presentato che uno sottile ma tutto attorcigliato.
esiste un regola nel surf casting che può valere anche per la pesca a fondo , e cioè il rapporto lunghezza braccioli spessore del filo.
in teoria si devono accorciare e aumentare i diametri dei nostri braccioli fino a quando questi non ci ritorneranno ben stesi cosi come li abbiamo lanciati.
questa regola vale molto piu per il surfcasting in quanto peschiamo in presenza di forti correnti ( la corrente a volte però garantisce che il bracciolo si distenda quindi può essere una manna dal cielo) , ma anche nella pesca a fondo può avere la sua valenza , in quanto nonostante il mare ci appaia calmo , non sappiamo mai li dove stiamo lanciando che corrente marina ci possa essere.
i braccioli è importante che siano di fluorocarbon o di fluorine ...non tanto perchè siano invisibili , ma piuttosto perchè essendo piu rigidi , tendono ad essere meno soggetti ai grovigli e anche più resistenti all'azione dei granchi.
come spessori io raramente scendo sotto lo 018 e supero lo 025 . anzi è con lo 025 che spesso ci faccio i pezzi migliori.
è logico che come nella bolognese , il rapporto trave bracciolo non debba essere eccessivamente ampio ,anche se però la regola dei 4 decimi in questo caso non vale.
quindi con travi fino allo 035 , braccioli dallo 018 allo 022 , con travi superiori , braccioli dallo 022 allo 025 ......nel surf magari si può e si deve salire ancora.
se poi vogliamo usare braccioli flotterati , allora ci dovremmo per forza di cose mantenere bassi ..quindi massimo 020.


continuo dopo
 
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view post Posted on 14/6/2013, 14:22

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ho detto che a volte un bracciolo di spessore superiore è meglio di uno piu sottile, questo è vero e non solo perche quello più doppio si ingarbuglia meno , ma anche in determinate situazioni dove la quasi totale assenza di corrente fa si che un bracciolo più doppio venga sollecitato maggiormente da quel filino di acqua che si muove ,dando all'esca un movimento che un bracciolo sottile non riesce a dare....è capitato con le mormore che si gettassero su esche presentate con uno 025 e non su uno 020 ...
buona regola può essere quella di brillare per una 15 cm il bracciolo dalla parte dell'amo , avendo cosi non solo un bracciolo dove l'esca riuscirà a stare innescata meglio , ma anche una resistenza maggiore ai morsi dei granchi.

gli ami...

personalmente uso due tipi di ami , gli aberdeen e quelli a becco d'acquila ,sia con punta storta che dritta.
le misure variano in base ai pesci presenti e al tipo di esca che si utilizza.
per lenze flotterate poi potremmo scendere anche ad ami grandi da bolognese! perdonate il paradosso , ma ami del 14 o del 12 con occhiate e sugarelli , ma anche con leccie stella e aguglie ci permetteranno di fare catture multiple , che in serate dove il pesce di fondo non vuole mangiare , possono comunque farci divertire.
considerando che in situazioni di pesca a fondo , avremo un mare calmo e le prede che insidieremo principalmente saranno mormore e orate di piccola e media taglia.
considerando questo le nostre esche saranno quasi sempre solo arenicole e americani .
con questi anellidi e con questi pesci , dovremo utilizzare ami non troppo grandi quindi numero 5 ,6,7,8 a seconda della marca che utilizzeremo.....in alcuni casi in presenza di mormore molto svogliate e diffidenti potremmo scendere anche ad ami del 10 o del 12 sempre a becco d'acquila.
un discorso a parte lo merita la pesca all'orata di grossa taglia fatta di giorno , li ci sono da utilizzare strategie ,tattiche ,tecniche e attrezzatura diverse , mi riservo di fare un post specifico su questa pesca .
questi sono gli aspetti principali della pesca a fondo , ma non tutti .
bisogna logicamente considerare anche altre cose , ma molte sono legate al posto dove ci recheremo a pescare , tenendo comunque come fermo punto la spiaggia , senza entrare nei dettagli particolari che ogni arenile ha
 
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view post Posted on 14/6/2013, 18:21

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pescando in spiaggia , avremo bisogno di determinati accessori che magari ad una prima analisi possono essere sottovalutati ma che in realtà alla fine risultano indispensabili.
picchetti , tripodi , serbidore , cassone , ombrello , carrello etc etc ....
tra tutti questi i più importanti sono sicuramente i picchetti e le serbidore.
per le battute di pesca a fondo uso quasi sempre il picchetto , il vantaggio del picchetto è molteplice , facile da piazzare , facile da pulire , posso spostarlo subito dove voglio e per certi versi posso usarlo per marcare il territorio , cosa che in spiaggia spesso si necessita di fare.
quante volte ci si ritrova circondati da altri pescatori e si finisce sempre con l'intrecciare le lenze?
io porto 4 picchetti sempre, scelgo il tratto di spiaggia che voglio marcare e metto ad un estremo il primo picchetto ,nel mezzo altri due ed uno all'altro estremo dove poi posiziono la mia postazione base.
in genere pesco con tre canne , raramente con 4 ,il picchetto più esterno lo lascio alla canna con la quale intendo fare la lunghissima distanza , in quanto ci vado a lanciare con ground cast o potenti side angolati ,cosi in pratica anche in caso dovessi fare un errore ,ho alla mia destra almeno altri 40 /50mt di spiaggia occupata solo dalla mia attrezzatura e scongiuro il rischio di far male a qualcuno .
nei due picchetti centrali invece , che tra l'altro tengo più vicini tra loro, metto le canne da corta e media e da media e lunga distanza.
il quarto picchetto invece lo tengo vicino alla postazione e lo uso per montare man mano le canne che poi andrò a mettere sui rispettivi picchetti a loro destinati.
in questo modo mi ritaglio una bella fetta di spiaggia , dove nel corso della pescata posso fare tutte le mie prove e trarre le mie considerazioni , riuscendo cosi a modulare l'azione di pesca a seconda di come mi serve.
in genere quando imposto cosi la cosa , metto una serbidora vicino alla mia postazione base e un'altra tra l'ultima canna e quella di mezzo , cosi da avere un piano d'appoggio con l'esca e quant'altro anche li , senza dover andare avanti ed indietro più del necessario.
questo mi permette di essere più veloce nell'innescare e nel rimettere le lenze li dove stanno mangiando i pesci.
lo svantaggio di questo tipo di postazione è che si fanno molti metri a piedi avanti ed indietro e a lungo andare ci si stanca , i vantaggi invece sono facili da intuire , si sonda una parte di spiaggia maggiore e si possono avere maggiori possibilità di intercettare il branco ...credetemi in 50 mt di spiaggia a volte i pesci mangiano solo in una buca del raggio di 5 mt mentre su tutto il resto del fondo si da a mangiare solo ai granchi.
come dicevo , durante la pescata ci si accorge di determinate cose e si può giungere alla conclusione di dover concentrare l'azione di pesca in un determinato più tosto che in un altro e allora quale modo più semplice di utilizzare il picchetto per spostare una canna? il tripode in realtà lo uso raramente e quasi mai nella pesca a fondo dalla spiaggia , mi capita di usarlo magari dai moli o dalle scogliere per ovvi motivi , ma in quei casi il fondale sul quale si pesca è più omogeneo e la ricerca da fare si svolge solo sulle varie distanze e non anche orizzontalmente alla battigia come dalla spiaggia. alla fine però la dove cè la possibilità di mettere un picchetto , allora ci sarà sicuramente uno dei miei con una canna sopra!
 
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view post Posted on 14/6/2013, 21:13

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credo di aver trattato in linea generale la pesca a fondo , descrivendo i fondamentali , per argomenti più specifici , credo che sia meglio che gli interessati facciano delle domande alle quali se è mia capacità rispondero molto volentieri.

passerei a questo punto al tanto nominato a torto o a ragione surfcasting.

in origine era la pesca a fondo ....lo abbiamo detto , poi fu surfcasting...
sarà che le parole inglesi hanno il loro fascino particolare e che magari la gente tende a ricordarle meglio eppure da quando questa disciplina ha iniziato ad affacciarsi sulle nostre spiagge , non s'è più finito di parlarne.
tutto è diventato surfcasting , ogni pesca che prevede il lancio di una lenza con un piombo ha miracolosamente preso il nome di surfcasting.
ma cosa è veramente il surfcasting? una tecnica di pesca o una filosofia? io direi entrambe le cose.
il surfcasting è una derivazione della pesca a fondo , ma nella realtà questa disciplina si è sviluppata a diffusa parallelamente alla pesca a fondo , gli attrezzi come abbiamo potuto constatare sono più o meno gli stessi e si sono sviluppati nel corso degli anni sulla spinta emotiva e commerciale del surfcasting andando poi ad ingrassare l'attrezzatura anche di quei pescatori di fondo che di surfcasting in realtà non sanno un bel nulla , ma che tuttavia si illudono di praticare.
il surfcasting è una disciplina di origine anglosassone e la parola stessa lo fa facilmente capire.
consiste nel lanciare una lenza alla base della quale c'è una zavorra oltre l'onda .
si possono fare due distinzioni del surf , il surf vero e puro e cioè quello anglosassone e quello mediterraneo , la differenza di queste due sta nel moto ondoso , dove in oceano è creato principalmente dalle escursioni di marea , mentre in mediterraneo si forma in conseguenza delle perturbazioni .
il vero surf , punta a pescare pesci di grossi dimensioni , predatori per lo più in mezzo alle onde oceaniche dove tutto è possibile e lo squalo diviene preda principe della disciplina.
nel mediterraneo invece il tutto si ridimensiona , ma non di certo la difficolta di applicazione.
noi tratteremo del surf mediterraneo , anche perché in oceano non ci ho mai pescato e di squali tranne qualche gattucccio o palombo non ne ho mai presi.
il surf mediterraneo ha avuto un suo pioniere in italia , che ha portato e diffuso tale tecnica fino a renderla una delle principali pesche praticate sulle nostre italiche coste.
questo personaggio è il grande Sandro Meloni.
più che pioniere lo si può definire un vero e proprio guru , profeta , evangelizzatore della disciplina.
lui prima di tutti ne ha eviscerato le caratteristiche , ne ha adattato le tecniche e ne ha tratto le linee guida.
c'è da dire che al giorno d'oggi il surfcasting è stato sputtanato , non solo dalle aziende produttrici di attrezzi da pesca , ma anche e soprattutto dalla fipsas che con il settore agonismo lo ha portato a prostituirsi fino a farlo diventare una pesca da riva fatta dalla spiaggia. basta guardare le condizioni con cui vengono fatte le gare e le prede che vengono catturate per rendersene conto.
io non vi racconterò della bagascia moderna , ma della principessa che era un tempo.


la componente fondamentale per poter parlare di pesca a surfcasting è che l'acqua del mare sia mossa , che sotto i piedi abbiamo una spiaggia , di sabbia possibilmente e che il meteo non prometta nulla di buono.
 
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Tournament_x
view post Posted on 14/6/2013, 21:32




Guayro dimmi quando hai concluso l'articolo che lo metto come articolo principale :D
 
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view post Posted on 15/6/2013, 21:10

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se vogliamo trattare l'argomento almeno in maniera sufficiente , ci vuole ancora tempo ....tempo che purtroppo devo rubare un po qua e un po la ....
 
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view post Posted on 15/6/2013, 23:10

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la spiaggia viene spesso considerata al pari di un deserto e come esso quindi all'apparenza sterile e privo di vita.
mai nulla di più sbagliato è mai stato considerato .
la spiaggia è un campo e le mareggiate sono il vomere che le rivolta e le rende fertili.
esistono fondamentalmente tre tipi di spiagge e ad ognuna di esse corrisponde una granulometria particolare di sabbia.
le spiagge profonde hanno una sabbia dai grani grandi , quelle a media profondità grani medi e quelle basse grani finissimi.
in linea di massima per grani grandi si intende un diametro da 1mm a salire , per medi da 0,5 a 0,8 e per fine da 0,3 a scendere.
ogni spiaggia ha quindi anche la sua energia che è strettamente correlata alla profondità .
ogni fondale sabbioso è composto da tre strati , il primo è quello dove c'è la sabbia più fine ed è il più fertile , il secondo è composto da sabbia con grani più grossi ed è più sterile , mentre il terzo è composto da ghiaia ed è totalmente sterile.
bisogna pensare al fondale sabbioso come ad campo che viene arato , le mareggiate invernali rivoltano il fondale e mettono in circolo il pabulum ed i sedimenti ,che sciolti nell'acqua sono pronti per andare a seminare il campo arato.
in linea di massima esiste una stagionalità per la semina che corrisponde con la primavera fino alla fine dell'estate , periodo durante il quale il moto ondoso è di poca intensità e la semina può avvenire con tranquillità
va di per se che ogni spiaggia con la sua profondità ha la sua energia e che per avere un fondo fertile questa non debba essere stravolta negli strati più profondi da onde di energia superiore.
è importante conoscere questi aspetti e questi cicli naturali per determinare con un attento studio delle mareggiate che investono di volta in volta i litorali ,quali spiagge possono durante la stagione del surf regalare belle pescate e quali no.
se abbiamo una spiaggia che viene investita da mareggiate con potenza superiore alla sua energia e quindi profondità o magari viene investita troppo spesso , questa spiaggia , sarà di sicuro meno fertile di altre durante la stagione successiva.
questi fenomeni anche se complicati vanno tenuti sempre in considerazione , perché il surfcasting è una disciplina nella quale nulla deve essere lasciato al caso.
la differenza tra pescate prolifiche e cappotti devastanti , sta proprio nell'accuratezza con la quale si tengono in considerazione quei dettagli che a prima vista ci sembrano superflui.
un vero surfcaster non è un pinco pallino qualunque che appena vede qualche onda , prende la sua canna e lancia il suo trave dove capita in mezzo alla schiuma.
un vero surfcaster è quello che riesce a determinare con buona precisione , quando , dove , come e perché lanciare le proprie esche e riuscire a catturare i pesci.
nel surfcasting la differenza la fa il saper leggere il mare , quello che viene chiamato senso dell'acqua.
se non si ha il senso dell'acqua , allora le nostre pescate saranno paragonabili a puntate alla roulette dove il fattore fortuna diviene determinante.
a differenza di altri tipi di pesca nel surfcasting non è sufficiente avere una scaduta di mare per riuscire a fare carnieri decenti , sulla spiaggia non è cosi che funziona , i fattori da tenere in considerazione sono molteplici e non sempre si coniugano tra loro , buona parte delle volte c'è sempre qualche particolare che fa saltare tutti i piani.
abbiamo capito come funziona la semina , ora vediamo quando e come avviene il raccolto.
il raccolto avviene generalmente con l'avanzare dell'autunno , le nostre spiagge ed il lori fondali sono state abbastanza tranquille , al massimo cullate da onde che hanno reso il fondo più morbido e quindi adatto alla crescita degli organismi alimentari , mentre le acque si sono ossigenate a sufficienza.
con l'avanzare della stagione se il primo strato del fondo non è stato sconvolto in profondita da mareggiate di fuori stagione , sarà ricco di organismi alimentari che con l'avanzare delle prime mareggiate , inizierà a mettersi in circolo.
esistono due correnti principali che mettono in moto questa sorta di raccolto , la corrente primaria che è costituita dall'onda che frange e dalla corrente secondaria che è la corrente di ritorno dopo che l'onda si è infranta ...in pratica quella corrente che dalla risacca risucchia indietro le acque.
queste due correnti quando entrano in equilibrio tra loro , fanno si che il campo venga smosso e che tutti i detriti vengano accumulati in un punto cuscinetto ,li dove le correnti si annullano tra loro.
in questo punto il fondale diventa più morbido e il cibo si deposita.
i pesci che catturiamo a surfcasting sono solo in parte stanziali , la maggioranza arrivano sull'impianto da pesca , partendo da secche e cigliate poste a largo o magari dai costoni di roccia che racchiudono ai lati le spiagge non molto grandi.
questo aspetto va considerato e tenuto sempre a mente , in quanto si deve comprendere che nonostante possiamo avere una spiaggia nelle giuste condizioni di pesca , non sempre il pesce è già presente , ma a volte necessità di più tempo per raggiungere le zone di pascolo.
i pesci si avvicinano alla nostra zona cuscinetto a favore di corrente , per poi girare e percorrere orizzontalmente tutta la zona di deposito detritica che possiamo immaginare come un enorme e largo serpentone di cibo e sabbia molle che corre parallela alla zona di battigia.
 
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view post Posted on 2/7/2013, 07:32

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ragazzi non mi sono dimenticato di continuare ....ma sono super impegnato in questo periodo....appena posso , concludo il discorso.
 
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Tournament_x
view post Posted on 2/7/2013, 11:30




Fai con calma! :D
 
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view post Posted on 27/8/2013, 21:45

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su questo serpentone i pesci fanno festa ,la tavola è imbandita e tutto quello che c'è sopra va solo mangiato al volo , altrimenti si rischia di perderlo perché mangiato da altri pesci o magari trascinato altrove dalle correnti.
se c'è cibo ,state certi che prima o poi ci sarà pesce , il problema principale è capire dove , come e quando il cibo si depositerà e sarà a disposizione dei pesci.
dicevamo precedentemente che non è sufficiente avere acqua che si muove ma bisogna avere acqua che si muove nel modo giusto da un determinato tempo giusto.
ogni spiaggia ha una sua energia ed una sua esposizione , questo fa si che ogni spiaggia sia diversa da un'altra e che ognuna di essa può rispondere in un modo piuttosto che in un altro a seconda della mareggiata che la investe.
ogni spiaggia avrà poi diversi settori che si formano in risposta non solo al tipo di moto ondoso ma anche in base alla morfologia della stessa , cosa che poi è mutevole nel tempo . in pratica una spiaggia che oggi possiede due o tre settori prolifici in determinati punti , l'anno seguente potrebbe non averli più , tutto è estremamente relativo , per questo il surf casting non è una disciplina semplice , in quanto non serve a nulla insistere sempre nello stesso posto perché magari in passato ci si è pescato tanto , le spiagge sono in continua evoluzione e allo stesso modo dovremmo esserlo anche noi.
ogni settore della spiaggia avrà poi una sua finestra temporale durante la quale risulterà valido , per poi magari iniziare a diventare sterile e tornare ad essere di nuovo valido dopo svariato tempo .
dicevamo che ogni spiaggia puo offrire diversi settori interessanti , alcuni di questi sono , le fossate , i canaloni e le punte. spesso alcuni di questi settori sono individuabili osservando la linea di battigia e il moto ondoso , il quale va letto come se fosse un libro , in quanto attraverso la sua lettura ci sarà possibile intuire quale sarà il posto giusto dove posizionare le nostre esche.
i settori spesso riescono ad ospitare una o due canne mentre tutto in torno non vedremo nessuna mangiata. non è raro infatti che in spiaggia ci capiti di assistere alle ripetute catture del nostro vicino di postazione , mentre le nostre lenze restano senza mangiate. l'errore più comune che si tende a fare in queste circostanze è quello di credere che il nostro vicino stia usando un trave o un' esca migliore della nostra , che la fortuna sia sempre avara con noi , che magari la distanza di lancio del vicino è superiore.
in realtà la cosa più probabile è proprio quella che noi stiamo pescando in un punto sbagliato , li dove il cibo non si è depositato o dove il pesce non entra per dirigersi sui posti dove il cibo si accumula.
..........................continua.....
 
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21 replies since 13/6/2013, 09:43   1417 views
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