Nodi da pesca

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view post Posted on 3/4/2013, 21:24




Queste informazioni sono state prese dal seguente link: www.fipsas-cz.it/nodi.htm a cura di Massimo Rotondaro


NODI PER AMI AD OCCHIELLO

NODO PALOMAR


nodopalomar


Il nodo Palomar è un nodo che viene eseguito direttamente sull'anello metallico di una girella, di un artificiale o di un amo ad anello diritto, per cui può risultare utile in moltissime occasioni.

Di esecuzione quanto mai semplice è da tenere presente come uno dei nodi più affidabili per la consistenza e la grande resistenza che lo porta a conservare fra il novantacinque ed il cento per cento del carico di rottura della lenza impiegata.

1) Si inizia doppiando il terminale di lenza per una ventina di centimetri introducendone la metà attraverso l'occhiello dell'attrezzo.

2) Tornando indietro con l'estremità della lenza doppiata si esegue un ampio nodo semplice avvolgendo il corpo di lenza ed il capo libero, lasciando pendere l'attrezzo verso il basso.

3) Si prende l'asola terminale, la si allarga e vi si fa penetrare l'attrezzo, quindi la si porta verso l'alto dove i fili doppiati si incrociano.

4) Si procede alla lubrificazione e, tenendo fermo l'attrezzo, si agisce con forza unitamente sul corpo di lenza e sul capo libero fino a che il nodo non si è ben stretto appena al di sopra dell'anello. Si conclude tagliando il capo libero a due millimetri dal nodo.

NODO SCORSOIO A DUE SPIRE

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Il nodo scorsoio a due spire e' un nodo adatto per ami con occhiello diritto e per lenze di medie dimensioni. Ha una tenuta buona ma non eccezionale, tuttavia lo si puo preferire per la facilità di esecuzione.

1) Si inizia passando il capo libero per due volte all'interno dell'occhiello lasciando avanzare una ventina di centimetri di filo.

2) Con il corrente si avvolge il dormiente dando luogo ad un anello ampio dentro al quale si passerà per due volte il capo libero.

3) Dopo avere lubrificato sia le due spire attorno all'occhiello metallico che il nodo vero e proprio si procede a tirare il capo libero fino a che le due spire del nodo non sono ben strette.

4) Tirando con forza decisa e costante la lenza principale si fa scendere il nodo contro l'occhiello metallico mentre le due spire iniziali slittano sul metallo. Si conclude tagliando il capo libero a due millimetri dal nodo



NODO SVELTO PER AMI AD OCCHIELLO PIEGATO

sveltoocchiepiegato


Questo nodo è apprezzabile più che altri per la semplicità e la rapidità di esecuzione, ma va bene solo con ami dall'occhiello molto piccolo e con fili nè troppo fini nè troppo robusti, i primi perchè tendono a slittare, gli altri perchè difficili da serrare a causa della notevole quantità di memoria.

1) Si passa il capo libero attraverso l'occhiello dell'amo quindi si avvolge il gambo con sei spire consecutive.

2) Tenendo saldamente l'amo e le spire, si torna indietro con il capo libero e lo si va ad introdurre fra il gambo dell'amo ed il filo che lo avvolge nel punto più prossimo all'occhiello.

3) Si trattiene l'amo per il collo e si agisce con forza sulla lenza principale fino a che le spire non si sono addossate contro l'anello dell'amo serrando il tratto di filo con il capo libero. Si conclude tagliando il filo eccedente a due millimetri dal nodo.


NODO CROWFORD



nodocrowford


Il nodo di Crowford chiama ancora in causa la figura ad otto eseguita questa volta addosso al corpo di lenza al di sopra dell'anello metallico. Nodo semplice e rapido è in grado di conservare fino al novantacinque per cento del carico di rottura della lenza impiegata. E' utile con qualsiasi attrezzo, amo, girella o artificiale, che sia dotato di occhiello.

1) Tenendo l'attrezzo si introduce nell'anello il capo libero per una quindicina di centimetri. Si torna indietro e con il corrente si avvolge il dormiente con una spira mentre si tiene in posizione l'anello ed il filo che vi abbiamo fatto penetrare.

2) Si prosegue nell'avvolgimento dando luogo ad una seconda spira a risalire che completa la figura della otto.

3) Si fa passare il capo libero nella O più alta della otto dopo averla aggirata, in modo che il capo libero esca parallelo al corpo di lenza.

4) Si procede alla lubrificazione e si agisce sul capo libero fino a che le due spire non si sono ben serrate attorno al corpo di lenza, quindi si fa scorrere il nodo contro l'anello tirando con forza il corpo di lenza. In ultimo si taglia il capo libero a due millimetri dal nodo.




NODI DI GIUNZIONE

NODO GIUNZIONE UNI


giunzioneuni


Esistono più versioni dell'esecuzione del nodo di sangue ed una molto usata per la rapidità e semplicità di esecuzione è quella che prevede l'uscita di entrambi i capi liberi da uno stesso lato.


1) Si inizia unendo fra di loro con un nodo semplice le estremità dei due fili da congiungere.


2) Si forma con i fili uniti un grande occhiello con il nodo semplice e l'incrocio dei fili in posizione contrapposta.


3) Si prendono i fili nel punto in cui si incrociano e si avvolgono l'un l'altro, con le spire che si partono nei due sensi dal punto in cui si effettua l'avvolgimento.


4) Si fa passare il nodo semplice nel punto in cui iniziano le spire. Si lubrifica e si mettono in tensione sia i due corpi di lenza che il filo doppiato e con il nodo semplice. Quando le spire si sono accostate si agisce con forza sulle due lenze contrapposte facendo serrare il nodo.
Si conclude tagliando il filo doppiato ad un millimetro dal nodo.


NODO DI SANGUE

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Il nodo di sangue è uno dei nodi più adatti per unire due lenze di diametro simile. Se eseguito correttamente è in grado di conservare dall'ottanta al novantacinque per cento del carico di rottura della lenza più debole.

1) Si inizia affiancando le due lenze per circa venticinque centimetri.

2) Tenendo ferma una delle due lenze con il capo libero dell'altra la si avvolge creando da cinque a sette spire. Poi si porta indietro il capo libero e lo si fa passare attraverso il punto in cui le lenze hanno cominciato ad incrociarsi.

3) Tenendo i fili in posizione si ripete l'operazione con l'altro capo libero creando le spire e riportandolo ad attraversare il punto di incrocio, ma passando dalla parte opposta a quella da cui era passato il primo.

4) Si lubrifica e tirando i due capi liberi si portano le spire ad accostare; quindi si completa la stretta agendo lentamente ma con forza sui due corpi di lenza contrapposti. Si conclude tagliando i due fili in eccedenza a un millimetro dal nodo.



NODO SANGUE PER TERMINALE

sangueperterminale


Il nodo di sangue, già descritto per unire lenze di uguale diametro, può essere impiegato anche per unire fili dal diametro diverso, circostanza ricorrente nel caso dei terminali.

Questa versione differisce da quella già nota per la diversa quantità di spire attribuite alle due lenze, la lenza fine ne ha infatti cinque mentre quella più grossa ne ha solo tre.
1) Si inizia affiancando le due lenze per circa venticinque centimetri.

2) Tenendo ferma la lenza grossa con il capo libero della lenza fine la si avvolge con cinque spire. Poi si porta indietro il capo libero e lo si fa passare attraverso il punto in cui le lenze hanno cominciato ad incrociarsi.

3) Tenendo i fili in posizione con il capo libero della lenza grossa si avvolge l'altra con solo tre spire poi lo si porta indietro e lo si fa passare nel punto di incrocio ma passando dalla parte opposta all'altro.

4) Si lubrifica e, tirando i due capi liberi, si portano le spire ad accostare. Poi si completa la stretta agendo con forza sui due corpi di lenza contrapposti.
Si conclude tagliando i capi liberi ad un millimetro dal nodo.


NODO PER LO SHOCK LEADER


shockleader

Il nodo per shock leader o terminale è una ulteriore conferma della validità del nodo base Uni, che in questo caso viene eseguito una sola volta ed è in grado di conservare quasi il 95 per cento del carico di rottura della lenza impiegata.

1) Iniziamo mettendo a doppio le estremità dei fili da unire, la doppiatura del filo sottile deve essere lunga almeno trenta centimetri mentre quella per il terminale può essere molto più corta. Fatto questo si introduce la testa dell'asola del fio dentro a quella del filo grosso e ve la si fa penetrare per venti centimetri.

2) A questo punto siamo pronti ad eseguire, con il filo fine doppiato, un nodo base Uni a quattro spire che avvolga i due fili del terminale. Lavorando con una lenza fine doppiata occorre fare attenzione a che le spire rimangano parallele senza accavallarsi.

3) Mettendo in tensione la testa dell'asola fine e la relativa lenza doppiata si fanno stringere ma non completamente le spire.

4) Si lubrifica adeguatamente e si agisce con forza sul terminale e sulla lenza doppiata fino a che il nodo non si sia andato ad attestate contro l'asola del terminale. Si conclude tagliando i fili eccedenti a circa un millimetro dal nodo.

NODO ALBRIGHT

albright

Il nodo Albright è finalizzato alla congiunzione di grossi terminali con lenze piuttosto sottili e può essere utilizzato sia con monofili di nylon che con nylon e lenza intrecciata. La sua validità è tale da conservare sempre un carico di rottura compreso fra il novantacinque ed il cento per cento del filo più debole impiegato.


1) Si inizia raddoppiando il filo di spessore maggiore per almeno dieci centimetri, poi lo si affianca all'altro a circa venti centimetri dall'estremità facendo si che il filo fine venga a trovarsi in mezzo ai due grandi.


2) Tenendo i tre fili in posizione si prende il capo libero del filo sottile e lo si avvolge, con delle spire a scendere, attorno ai tre fili affiancati. Man mano che si scende si tengono ferme le spire in modo che rimangano parallele. Si costruiscono così da un minimo di dodici ad un massimo di venti avvolgimenti.


3) Al termine degli avvolgimenti si prende il capo libero e lo si fa passare all'interno dell'asola formata dal filo più grande, portandolo ad affiancarsi al rispettivo corpo di lenza.


4) Dopo aver lubrificato mantenendo le spire in posizione, queste si fanno scorrere fino a circa tre millimetri dalla fine dell'asola. Si tira allora il capo libero della lenza sottile cominciando a far stringere le spire in prossimità dell'asola in modo che non la superino. Si passa a tirare il corpo della lenza sottile facendo scendere anche le spire alte. Si prosegue tirando alternativamente il capo libero ed il corpo di lenza fino a che tutte le spire non si sono ben strette. Si conclude tagliando i due capi liberi molto vicino al nodo.


NODI PER GIRELLE


NODO BASIC UNI PER ANELLI


basicuni

Il sistema Uni, che abbiamo già incontrato nel capitolo dedicato agli ami a paletta è imperniato su di un nodo base che è validissimo anche per gli anelli delle girelle, degli ami e degli artificiali. La sua capacità di resistenza è normalmente compresa fra il novanta ed il cento per cento del carico di rottura della lenza impiegata ed inoltre l'esecuzione si presenta semplice e rapida.

1) Si inizia introducendo per una ventina di centimetri l'estremità della lenza all'interno dell'anello. Si torna quindi indietro affiancando per un breve tratto il capo libero al corpo di lenza e creando un'occhiello di filo riportando il capo libero in prossimità dell'anello.

2) Passando con il capo libero all'interno dell'occhiello si avvolgono i fili doppiati fino a formare sei spire.

3) Si agisce sul capo libero tirandolo fino a che le spire non hanno preso la posizione accostata.

4) Si lubrifica adeguatamente e, mantenendo fermo l'anello, si tira ancora il capo libero fino a che il nodo non è ben stretto. Si passa quindi ad agire sul corpo di lenza portando il nodo ad azzuccarsi contro l'anello metallico. Si conclude tagliando il capo libero a due millimetri dal nodo.


NODI PER AMI A PALETTA


NODO STANDARD A CRESCERE


cattursa

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E' un ottimo nodo capace di prestazioni notevoli per tenacità e resistenza, ma non di facilissima esecuzione; infatti nella fase dell'avvolgimento il filo viene ruotato su se stesso ed assume la tendenza ad arricciarsi quando si giunge alla stretta finale. Per limitare l'inconveniente occorre usare una buona quantità di filo in modo che la torsione venga meglio distribuita.

1) Si forma sul filo terminale un anello di almeno quindici centimetri di diametro e lo si affianca al gambo dell'amo nel tratto in cui i fili si trovano paralleli.


2) Con l'indice ed il pollice della mano sinistra si tiene l'estremità del gambo con la paletta ed i fili affiancati, quindi li si avvolgono a scendere per almen0 cinque volte con il tratto di anello la cui prosecuzione è costituita dal capo libero.


3) Tenendo ferme le spire in modo che non si accavallino, e dopo avere ben lubrificato, si richiama la lenza principale fino a che il grande anello non è passato tutto al di sotto delle spire avvolgenti.


4) Agendo ora in modo contrapposto sul corpo di lenza e sul capo libero si fanno serrare bene le spire, quindi si fa addossare il nodo alla paletta e si completa la stretta finale ripetendo la trazione contrapposta dopo avere assicurato il capo libero nelle ganasce delle pinze. Si conclude tagliano il capo libero a due millimetri dal nodo.


NODO AVVOLGIMENTO SEMPLICE


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E' questo uno dei nodi più usati, per la facilità e rapidità di esecuzione oltre che per la notevole affidabilità, riesce infatti a conservare dal novanta al novantacinque per cento del carico di rottura del filo impiegato. L'unico punto debole sta forse nel fatto che, a nodo ultimato, si viene ad avere una serie di spire avvolte intorno al gambo dell'amo bloccate da una spira che le sormonta diagonalmente, e questa spira, sporgendo sopra le altre, è più soggetta a logorarsi e può essere con più facilità recisa da un pesce dai denti taglienti.

1) Si inizia affiancando il gambo dell'amo ed il filo a circa quindici centimetri dall'estremità.


2) Con la sinistra si tiene fermo l'amo per il collo unitamente al filo e con il capo libero nell'occhiello che si era formato all'inizio delle spire.
A seconda del lato dell'occhiello prescelto per fare entrare il filo avremo il capo libero perpendicolarmente oppure parallelo al gambo dell'amo.


3) Dopo avere lubrificato si stringe il nodo agendo prima sul filo principale, che permette di serrare l'anello, poi sul capo libero e di nuovo sul filo principale trattenendo l'amo, in modo da portare il nodo a contrasto con la paletta. Si conclude tagliando il capo libero a due millimetri dal nodo.

NODO UNI PER AMI A PALETTA

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Alla base del sistema UNI vi è un nodo così versatile ed efficace da poter essere utilizzato in molte circostanza. Nella versione adatta per gli ami a paletta riesce a conservare fra l'ottantacinque ed il novanta per cento del carico ci rottura della lenza impiegata, ma molto dipende dalla qualità dell' esecuzione.

Il nodo infatti, a seconda di come viene stretto, si chiude richiamando con la spira principale il capo libero, che assume così una posizione da obliqua a quasi perpendicolare rispetto al gambo dell'amo.

Questo aspetto può essere però interessante quando si vuole completare il fissaggio dell'esca per mezzo di una legatura da realizzare con il capo libero.

1) Preso il terminale lo si affianca al gambo dell'amo a circa quindici centimetri dall'estremità. Poi si torna formando un ampio anello, avendo sempre una decina di centimetri di filo a disposizione.


2) Nell'anello di filo che si è formato si fa passare il capo libero avvolgendo sia il gambo che il filo che si trova affiancato. Si ripete l'operazione da un minimo di quattro ad un massimo di sette volte a seconda della consistenza che si vuol conferire al nodo e del diametro del filo.


3) Si lubrifica adeguatamente e si procede a richiamare il capo libero facendo chiudere le spire attorno al gambo. Con troppe spire questa operazione risulta difficoltosa ed è necessario agire sulla lenza principale, cosa che non permette all'anello di filo esterno di avvitarsi portandosi sopra le spire già avvolte.


4) Si stringe definitivamente il nodo trattenendo il corpo di lenza e richiamando l'amo con le pinze o agganciandolo ad un appiglio adatto. Si conclude tagliando il capo libero ad un millimetro del nodo


NODO AD OTTO SEMPLICE

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E' un nodo elementare e si sceglie prevalentemente quando si impiegano ami molto piccoli difficili da legare con altri nodi, oppure quando non si dispone di una sufficiente quantità di filo a causa di un bracciolo troppo corto.

Composto da due spire avvolgenti non è consigliabile quando si pensa di catturare pesci di rispettabili dimensioni.

1) Si inizia formando all'estremità del filo un nodo semplice a doppia spira.

2) Tirando leggermente i due fili che fuoriescono dal nodo si fanno accostare le spire fino ad ottenere l'avvolgimento dell'anello dando così luogo ad una forma ad otto.

3) Dopo aver bagnato il nodo con la saliva si introduce il gambo dell'amo nell'occhiello più basso della otto e lo si fa penetrare oltre l'incrocio dei fili sino ad uscire dall'altro anello.

4) Tirando leggermente ma con forza il capo del filo ed il corpo di lenza si fanno stringere le spire della otto attorno al gambo dell'amo dando luogo a due avvolgimenti incrociati. Tenendo fermo l'amo ed agendo sul filo più lungo si fa scorrere il nodo contro la paletta la cui sagoma contribuirà a fornire al nodo la forma finale. In ultimo si taglia il capo libero a circa un millimetro dal nodo.
 
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