| Spigola a bolo…
La “Regina”, è così che è stata soprannominata. Parliamo del pesce più ambito da tutti i pescatori: LA SPIGOLA! Questo pesce viene insidiato in ogni stagione dell’anno, in mare e in fiume, con svariate tecniche come surf casting, beach ledgering, inglese, spinning, traina, ma quella che mi ha regalato più emozioni è sicuramente la bolognese! Come abbiamo detto, la spigola a bolo può essere insidiata in più modi, ma oggi ci soffermeremo a spiegare nei minimi dettagli, come riuscire a prendere questa magnifica preda, a mare e più nello specifico dalla scogliera.
Quando cercarla?
Sicuramente il momento migliore per insidiare questo pesce è l’inizio di una mareggiata oppure le prime fasi di scaduta, così come la variazione di temperatura da alta a bassa pressione. Per insidiarla di notte abbiamo bisogno della presenza della luna che come sappiamo provoca le maree; sicuramente il culmine dell’alta marea è il momento migliore per agire. Questo pesce inoltre non ama il riflesso della luce lunare sull’acqua, quindi pescarla con una luna nuova aumenterà le nostre probabilità di cattura.
Che attrezzatura scegliere?
In commercio esistono canne con diversi tipi di azione: parabolica, semi-parabolica, di punta. Dovendo insidiare questo pesce da uno spot dove, il più delle volte, c’è la necessità di forzare il pesce, sicuramente scarteremo una canna con azione parabolica e andremo a sceglierne, di conseguenza, una semi-parabolica o con azione di punta. Pescando in condizioni di scaduta potremmo optare per una canna ad azione semi-parabolica, capace di gestire lenze leggere, ma anche più pesanti assecondando la fuga del pesce pian piano, cercando di sforzarlo per evitare che si vada ad intanare e quindi a slamare. Al contrario, in fase di mareggiata, opteremo per canne più robuste e quindi con un’azione di punta capace di gestire sempre terminali sottili nell’ordine dello 0.12 massimo, capaci di lanciare lenze leggere e nello stesso tempo pesanti, e che siano in grado di “sgallare” subito il pesce. I muli da accoppiare alle nostre bolo devono per prima cosa bilanciare la nostra canna, quindi per una sei metri di fascia economica media, che pesa intorno a 220-250g, un buon 2500 sarebbe perfetto. Potremmo sceglierli con frizione anteriore o posteriore, a seconda delle preferenze del pescatore. Tuttavia è importante tener conto che un mulo con frizione anteriore permette di regolare in modo micrometrico la nostra frizione, un po’ come un orologio. Una volta scelto il mulo andremo ad imbobinare un buon 0.16, privo di memoria e con alta resistenza al nodo.
Che montatura scegliere?
Le montature usate a mare per insidiare la spigola variano a seconda delle condizioni climatiche e dalla tipologia di spot. Se peschiamo in condizioni di mareggiata è buona norma, anzitutto trovare una postazione che non sia molto accidentata e che ci permetta di pescare senza pericoli, dopodiché bisognerà individuare la corrente. Come sappiamo esistono quattro tipi di correnti: quella che va verso di noi, quella che va verso destra, quella che va verso sinistra e quella che va verso il largo. Quest’ultima è data dall’incrocio della corrente che va verso destra e quella che va verso sinistra ed è sicuramente la migliore, perché ci permetterà non solo di stare bene in pesca ma anche perché in questo modo, il pesce potrà risalire la scia di pastura che da dentro va verso fuori. Dal momento che peschiamo nella fase iniziale di mareggiata o durate la caduta, il vento ci infastidirà sicuramente e se abbiamo vento contrario saremo addirittura costretti a cambiare posto, questo perché la nostra attrezzatura non è capace di lanciare contro vento. Il massimo sarebbe pescare col vento alle spalle, ma pescando su una scogliera e avendo un mare alto 60-80cm, non possiamo pretendere troppo. In sintesi, andremo a scegliere il tipo di montatura a seconda della corrente e del vento. Personalmente , condizioni estreme o meno, non pesco mai con galleggianti oltre i 2 grammi. Anche quest’ultimo elemento deve però essere scelto con cura, infatti bisognerà scegliere galleggianti a pera rovesciata che mantengono bene il mare perché hanno la parte galleggiante al di sopra. La lenza potrà essere costruita con dei pallini, con torpilla secca, oppure con torpilla e pallini. In caso di vento laterale fastidioso [non un 40 nodi,precisiamo!] è buona norma pescare con pallini ed effettuare un bulk sotto al galleggiante: il senso è quello di aumentare in modo teorico il peso del nostro galleggiante. Generalmente il bulk ha sempre il compito di tarare il galleggiante, ma in questo caso avrà una duplice funzione. Ipotizzando di pescare su un fondale di 5 metri, con leggero vento, con leggera corrente laterale e in fase di scaduta, quindi un mare alto 40-50cm, andremo a scegliere un galleggiante di 1g e la lenza sarà costituita da un bulk di 6-7 pallini del 0.02 per poi aumentare tra di loro fino ad avere un max di 40cm tra l’ultimo e il penultimo pallino. La lenza quindi sarà costituita da 25 pallini del 0.02g con un bulk di 6-7 pallini con un totale 0.50g. La distribuzione dei pallini sarà effettuata a seconda della corrente, anche se personalmente sono solito non mettere mai meno di 2 metri si pallini; perché preferisco che il galleggiante corre, così pesco in trattenuta. In questo caso è importante pescare spiombato altrimenti, ad ogni onda, il galleggiante andrebbe giu. Il terminale sarà lungo intorno ai 120cm tra lo 0.10 al 0.12 in fluoro carbon. La scelta di usare il fluoro carbon viene fatta da quasi tutti i pescatori, questo perché il filo ha la capacità di avere quasi lo stesso indice di rifrazione dell’acqua e dunque non è in grado di riflettere la luce, ecco perché esso sembra diventare invisibile. Tale filo ha però il difetto di essere rigido e di non garantire la naturalezza dell’esca, per questo preferisco il nylon al fluoro carbon e uso così un 0.08..Lo faccio lungo intorno ai 120cm perché esso deve essere libero di muoversi in corrente in modo da far sembrare l’esca il più naturale possibile ed essendo la spigola un predatore, il suo istinto da predatore si attiverà istantaneamente. La congiunzione del terminale alla lenza madre, la realizzo senza uso di micro girelle o micro agganci, ed effettuo invece, una brillatura di 4-5cm sia sulla lenza madre che sul terminale. In questo modo possiamo osservare come sotto trazione questa giunzione si comporti come una molla. Così facendo, anche pescando con terminali sottili dell’ordine dello 0.10 “aumentiamo” il carico di rottura. Importante è anche la scelta degli ami, i quali dovranno essere leggeri e di misura piccola. Io uso i drennan del 20 e innesco un solo bigattino, ma non sempre così, questo perché essendo la spigola, un pesce lunatico se gli sarà presentato un solo biga potrebbe rifiutarlo, cosa che non accade con due.
La pasturazione
A mio avviso la pasturazione è la fase più importante della pesca.
Lo scopo della pastura non è quello di saziare i pesci, ma di far percepire al pesce la nostra scia, di farlo risalire per arrivare così all’amo e alla nostra esca. Quindi la nostra pasturazione, che in questo caso non sono altro che biga, saranno lanciati con una fionda e max 4-5 alla volta ogni due tre minuti. La spigola infatti, deve essere sempre invogliata a mangiare, quindi presentandogli sempre due tre bigattini, questo la farà rimanere in caccia senza saziarla. Personalmente non uso pellets alla sarda, infatti ai biga do solo una spruzzata di olio di sarda.
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e con i tuoi racconti!! Diventiamo una grande famiglia.. qui nn c'è nessun fine a scopo di lucro.. qui c'è passione, amore per la pesca!!
